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La Medicina sacra

La Medicina dello Spirito.



Scienza e coscienza nascono dalla stessa radice latina uscire ovvero sapere, conoscere; e anche medicina e meditazione, derivavano dalla medesima radice indoeuropea med, cioè essere coscienti, riflettere. Attraverso la semantica possiamo constatare l’esistenza nella sapienza antica dell'unità originaria tra anima e corpo.

Illuminati riuscirono ad aprirsi alla saggezza profonda dell'anima e alla compassione del cuore; riuscirono a capire che anche la cura della mente, delle emozioni, del corpo e dell'ambiente erano principi fondamentali del Dharma, la legge sacra dell'esistenza, che in varie tradizioni è stata chiamata Tao, Logos o semplicemente Vita. Quindi nel passato gli uomini e le donne di conoscenza, che avevano una comprensione profonda della natura e dei valori umani, entravano in questo spazio spirituale e, per la compassione che ne ricevevano, avevano la necessità di strutturare queste medicine per il bene dell’umanità.


Nell’antica Grecia, medicina e spiritualità non erano separate e lo stesso Ippocrate, padre dell’arte medica, fu iniziato alla conoscenza degli antichi segreti detenuti dai sacerdoti. Egli venne gradualmente introdotto ai misteri della medicina egizia, attraverso un lungo percorso iniziatico. Ancora oggi nei monasteri tibetani chi fa medicina può essere un laico oppure un religioso. Il primo pratica una medicina “sintomatica“ anche se naturale e ad ogni disturbo associa un rimedio. Quando arriva tuttavia un lama, lui si mette da parte. Il lama, pur avendo seguito gli stessi studi, ha fatto un'altra esperienza di profondità; percepisce il lato sottile, vede l'anima della persona, spesso il lato energetico reale, l'aura; percepisce l'apertura e la chiusura dei centri energetici, lo Stato evolutivo della persona.


La medicina sacra non si può imparare solo sui libri; non è una semplice conoscenza intellettuale o tecnica ma è una comprensione vissuta, che nasce da un profondo lavoro di crescita e di evoluzione individuale. In tutte le tradizioni, il maestro o il saggio trasmettevano agli allievi una conoscenza complessa, fatta di esperienze e di intuizioni, di percezioni sottili e di consapevolezze spirituali.

La medicina sacra nasce innanzitutto come l’arte di guarirsi prima ancora di guarire gli

altri, e quindi l’allievo deve sperimentare un processo articolato di trasformazione personale delle proprie malattie e dei propri squilibri energetici e imparare la sottile arte della “trasmutazione alchemica” delle energie pesanti, inconsce e negative - il piombo - in energie luminose, coscienti ed elevate – l’oro -. Questa alchimia della trasformazione si basa su un solo catalizzatore: la coscienza risvegliata – la pietra filosofale – che permette alla vita di essere cosciente di se’, di crescere, di trasformarsi, di rigenerarsi, di evolvere e alla fine di distaccarsi.

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