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Immagine del redattoreFranca

Il corpo è materia vivente

l corpo è materia vivente e ognuno ha la vocazione di riconoscere la sacralità del campo cosciente in cui è immerso. E qui, abitando stabilmente il presente, ogni dimensione del suo corpo potrà essere calice d'Amore e "Tempio dello Spirito" rinnovandosi in una completa Rigenerazione.

I cento mila miliardi di cellule che formano il nostro organismo, (superiori a stelle e galassie da noi conosciute), collaborano con unità di intenti. L’essere umano può essere percepito come un’insieme di sistemi viventi inserito in un campo morfogenetico che tramite informazioni sviluppa la propria consapevolezza. Cento miliardi di neuroni hanno circa 10.000 sinapsi di collegamento ogni attimo. Il corpo fisico si rinnova perennemente, la pelle ogni 15 giorni, le cellule del fegato ogni due anni, tutti i vasi capillari del corpo hanno una lunghezza di circa 160.000 km, 4 volte la circonferenza della terra. Tutto questo serve a comprendere che dentro all’essere vivente c’è un’ infinità di movimenti.

L'immagine del corpo come tempio sacro deriva da una saggezza antica. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù parla del suo corpo come tempio sacro che farà risorgere in tre giorni; Paolo da Tarso nella "Lettera ai Corinzi" parla "il Tempio dello Spirito Santo che è in voi".

Se ogni cosa che vive partecipa di un'immagine di natura simbolica, il corpo vi partecipa in maniera sorprendente. Se il simbolo unisce e rende compresenti due mondi, due differenti aspetti di un’unica realtà, così il corpo è un tramite, un ponte, una finestra. È un tramite fra cosa è interno e cosa è esterno, il corpo unisce e rende compresenti, portando a riconoscere l’io e il mondo. Ma è anche un tramite fra cosa è visibile e cosa è invisibile, fra la dimensione materiale della realtà e quella spirituale.

Attraverso la prospettiva simbolica dell’unità, il corpo partecipa alla dimensione spirituale (insieme con quella materiale), ed è all’interno di questa dimensione che si manifesta nel suo aspetto sacro, di appartenenza all’ambito divino: è in questa dimensione che prende valore la metafora che lo lega al tempio.

Da sak deriva sacer, quindi sacrum: cosa è separato, l’ambito distinto e separato dal nostro mondo, l’ambito che appartiene alla divinità. Lo spazio del tempio è sacro perché appartiene alla divinità.

Sulla strada del simbolo, della conoscenza, la trascendenza e l’immanenza sono compresenti, i due mondi sono compresenti, lo sono lo spirito e la materia, il nascere e il morire, questa vita e l’altra, cosa appare e cosa lo sostiene. Non c’è separazione tra il corpo e l’anima, anzi: la trasparenza dell’anima dona luce e salute al corpo, e, d’altra parte, la semplicità del corpo e di cosa lo riguarda si riverbera nella bellezza dell’anima.

Il fondamento della metafisica è concreto, perché se non c’è terra, non c’è cielo.

Il corpo è veicolo dello Spirito, del cielo luminoso, della Luce e dell'Amore che nell'incontro di unione, diventa materia vivente che trasforma il campo di coscienza.

Con la luce nello sguardo, l'essere vive in noi e fermenta l’anima delle cose.


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